Gli adesivi nell’industria del mobile
Autore: Franco Bulian

Scrivere un libro di carattere tecnico è sempre molto difficile. Se in generale ogni autore, di qualsivoglia settore, ha l’intenzione di mandare un messaggio attraverso le sue parole, nel settore scientifico le cose sono profondamente diverse. Poiché si tratta di descrivere una realtà oggettiva e renderla il più possibile chiara, l’autore scientifico deve innanzitutto scegliere correttamente il livello tecnico del messaggio, trovare poi il linguaggio adatto a quel livello ed il tono della scrittura, fluente e descrittivo oppure asciutto e più nozionistico.

La scelta del livello dipende da lettore che si vuole coinvolgere, non è ammessa, come nella letteratura comune, la soddisfazione tout courtdella propria esigenza di scrittore. Ci si può muovere da un livello divulgativo, accessibile a tutti, anche a coloro che si impegnano per la prima volta per la comprensione dell’argomento, fino ad un livello che trascende la materialità dell’argomento discutendo solamente di modellazione e modelli, cosa utile per accertare la validità delle elaborazioni scientifiche e progettare nuove applicazioni.

Il libro di Franco Bulian si rivolge per primo a chi è coinvolto per professione o passione all’uso del materiale adesivo, a chi non dispone di conoscenze a livello teorico ma è coinvolto praticamente, e vuole capire cosa succede quando si mettono in opera gli adesivi, che vuole capire i meccanismi attraverso cui essi soddisfano il fine per cui sono stati creati. I concetti e le informazioni pur espressi dall’autore in modo narrativo e semplice (tono), possono però anche trainare ad una lettura più approfondita e consapevole, in quanto fanno intravedere una maggiore complessità. Ciò che è descritto, in definitiva, soddisfa anche chi, avendo conoscenze a livello universitario, ha necessità di avvicinarsi, per la prima volta, alla tecnologia adesiva. L’impegno dell’autore è comunque finalizzato all’utilizzo corretto di questi materiali, per ottenere da essi il massimo della prestazione del manufatto assemblato intero. La scelta che un operatore “di mezzo” deve compiere deve essere consapevole, adeguata al proprio livello di conoscenza ed alla propria funzione, e, il libro soddisfa pienamente l’esigenza.

L’autore stesso parla di dosaggio del livello delle informazioni tra teoria e pratica. Già dall’indice, dal titolo dei capitoli si capisce questo intento. Ma lo si capisce molto di più leggendo.

C’è un altro aspetto che qualifica il libro, ed è il rivolgersi all’industria del mobile. Oggi i mobili sono, per lo più, di materiali meno nobili del legno ma sempre da esso derivano. Senza indagare le ragioni di questa scelta, si deve prendere atto che il mobile è, per definizione, di legno o deriva dal legno. È una scelta di prassi, di costume, ma è dettata anche dalla esigenza di utilizzare oggi materiali rinnovabili. D’atra parte, gli adesivi vivono una fase di innovazione importante, necessaria perché i manufatti sono sempre più multi-materiali e l’accoppiamento deve essere il più semplice possibile, il più leggero possibile. Questo accade in ogni settore industriale. Nel libro di Bulian non mancano i riferimenti alla scienza dei polimeri come componenti essenziali degli adesivi, ma anche come rivestimenti e componenti strutturali o di superficie poiché la scienza dei polimeri offre notevoli possibilità di evoluzione.

Le conoscenze, messe a disposizione, soddisfano comunque le esigenze tecniche per l’accoppiamento di parti di un materiale naturale nelle sue diverse forme, e le esigenze prestazionali che vengono soddisfatte da adesivi innovativi. Il contrasto tra origine naturale del legno e origine di sintesi degli adesivi, è interamente vissuto e sottolineato come esempio di coesistenza sinergica nell’interesse di finalità tecnica.

Paolo Gronchi

 

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